Sicurezza con le telecamere ?: un pannicello caldo e con tanti limiti.
In questi ultimi tempi sono aumentati in Busca gli episodi di maleducazione e inciviltà. Sono state segnalate auto date alle fiamme, portoni bruciati, sporcizia e bivacchi di persone. Una risposta dell’Amministrazione Comunale è stata quella di annunciare il potenziamento del sistema di video sorveglianza, sistema che per i casi citati, si è rivelato del tutto inutile.
La videosorveglianza è senza dubbio un tassello , ma è solo un punto di un sistema di prevenzione e controllo del territorio. Da sola è del tutto inefficace se non viene inserita in un contesto più organico e completo. Spesso è molto più efficace un incremento del presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine, con ronde anche notturne, che una immagine ripresa da una telecamera.
E’ bene sapere che anche se un malintenzionato venisse ripreso in video, poi occorre dare un nome al volto e questo non è affatto scontato, specialmente se si tratta di persone incensurate. Poi aggiungiamo che una capillare e completa copertura video del territorio non è di fatto possibile , costerebbe cifre spropositate e porterebbe esigui benefici . Ci sarà sempre un angolo o un punto non visibile in città , per non parlare delle frazioni e del circondario dove le telecamere non ci sono proprio.
Il Garante della privacy , ha definito la videosorveglianza: “ una attività particolarmente invasiva “ ed ha fissato alcuni paletti e principi che devono essere sempre rispettati.
Principio di liceità: La videosorveglianza deve avvenire nel rispetto, oltre che della disciplina in materia di protezione dei dati personali, di quanto prescritto da altre disposizioni di legge da osservare in caso di installazione di apparecchi audiovisivi.
Principio di necessità: va escluso ogni uso superfluo e vanno evitati eccessi e ridondanze.
Principio di proporzionalità: gli impianti di videosorveglianza possono essere attivati solo quando altre misure siano ponderatamente valutate insufficienti o inattuabili.
Aggiunge il Garante: “I soggetti pubblici e privati non possono assumere quale scopo della videosorveglianza finalità di sicurezza pubblica, prevenzione o accertamento dei reati che invece competono solo ad organi giudiziari o di polizia giudiziaria oppure a Forze Armate o di Polizia. Un soggetto pubblico può effettuare attività di videosorveglianza solo ed esclusivamente per svolgere funzioni istituzionali. Anche quando un’amministrazione è titolare di compiti in materia di pubblica sicurezza o prevenzione dei reati, per installare telecamere deve comunque ricorrere un'esigenza effettiva e proporzionata di prevenzione o repressione di pericoli concreti. Non è quindi lecita, senza tale valutazione, una capillare videosorveglianza d’intere aree cittadine.”
Non è quindi tutto così facile come vogliono farci credere. ( testo integrale lo trovate sul sito http://www.carabinieri.it/cittadino/consigli/tematici/giorno-per-giorno/questioni-di-privacy/videosorveglianza )
Dobbiamo purtroppo rilevare che anche in questo caso, come in tanti altri casi, si predilige una misura di “impatto” a scapito di un serio ed efficiente intervento di prevenzione. Si corre ai ripari con le telecamere invece di varare un progetto globale realmente efficace per la sicurezza dei cittadini.