Condividi su Facebook   Condividi su Twitter   Invia per email   16/08/2015
A proposito di Banda larga nelle Frazioni e non solo.

 Dopo lo sblocco dei fondi da parte del governo è corsa contro il tempo per dotare la regione di collegamenti veloci e ultrabroadband. Recuperare un ritardo storico e superare il digital divide che connota ancora molte aree. Stringere i tempi sulla banda larga. Per il Piemonte l’imperativo è d’obbligo se vuole evitare di ritrovarsi tra le mani un altro cahier de doléances anziché l’agenda digitale su cui segnare nuovi obiettivi dello sviluppo economico.   La questione della banda larga, tuttavia, non è semplice. Basti pensare agli scenari possibili sui quali stanno per entrare, in modi per molti versi ancora da scoprire, gli operatori privati dopo lo sblocco dei fondi da parte del Cipe e l’avvio, in concreto, del Piano strategico nazionale.

Ci sono anche moltissime parti di territorio dove difficilmente gli operatori investirebbero capitali a fronte di un saldo, attualmente, di segno negativo. Sono le cosiddette aree a fallimento di mercato: piccole frazioni o borgate. Le prime, proprio per questo motivo, a cui sono destinati 2,2 miliardi per un processo di immediata attivazione. Riguardano per lo più comuni montani e rurali, dove il privato da solo non avrebbe nessuna convenienza ad investire. L'investimento in banda ultra larga è uno dei più importanti per il rilancio e la competitività del Paese, soprattutto per queste aree a fallimento di mercato, che oggi sono prive di una qualsiasi copertura. Dotarle di una rete di internet ultraveloce genererà sia investimenti infrastrutturali sia soprattutto la possibilità di fornire servizi per cittadini e imprese, creando quelle condizioni senza le quali queste zone rimarrebbero tagliate completamente fuori da ogni possibilità di sviluppo .In Piemonte, il livello di copertura broadband di base ha raggiunto, a fine 2014, grazie anche al programma regionale Wi-Pie, larga parte della popolazione ( nt Busca a suo tempo non aderì al progetto Wi-Pie ) . Per quanto riguarda le coperture a banda ultralarga, invece, secondo i dati dell’Osservatorio Ultra Broadband di Between-EYFBA, sul territorio regionale la copertura di rete fissa arriva solo al 27% della popolazione, e la copertura ultrabroadband mobile si ferma al 71% della popolazione.    Il rischio di vedere anche in questa nuova sfida digitale, percorsi a velocità differenti, esiste. Per questo motivo è fondamentale un’attenzione particolare dei  singoli Comuni. Perdere in tutto o in parte un’opportunità come questa, anche per una zona limitata del territorio, può significare conseguenze pesanti per l’economia, molto difficili da recuperare. Occorre una verifica puntuale delle aree servite e non fermarsi, come accaduto ancora recentemente a definire coperta un’area quando in realtà lo sono soltanto gli uffici del municipio. L’impatto positivo sull’economia lo si ha solo se la copertura è davvero capillare  per assicurare nei territori una capacità di connessione a almeno 30Mbps.

E proprio i Comuni, spesso con molte zone poco appetibili per gli operatori commerciali, sono quelli che devono muoversi senza perdite di tempo, magari anche agendo in gruppi al fine di esercitare quella necessaria pressione sugli operatori privati, ma anche sulla Regione, al fine di non rimanere esclusi.In autunno  si chiuderà il lavoro di mappatura e di analisi per definire al meglio gli ambiti di intervento e per meglio comprendere le esigenze del territorio, per quanto riguarda lo stato della domanda, dell’offerta e delle infrastrutture disponibili.

Lo studio di fattibilità che ne deriverà sarà utilizzato per definire la strategia regionale di evoluzione del piano. Gli amministratori locali non restino a guardare la partita come semplici spettatori, per poi, magari, recriminare dopo : quando la banda passò…

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