La Città di Busca parteciperà ufficialmente alle esequie del cittadino onorario Isacco Levi

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Era sfuggito alla deportazione che portò allo sterminio di 13 suoi famigliari. Comandante partigiano, dedicò la vita alla testimonianza dell'Olocausto

Data:

09 Settembre 2019

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La consegna della cittadinanza onoraria di Busca e Costgliole nel 2014 a Isacco Levi
La consegna della cittadinanza onoraria di Busca e Costgliole nel 2014 a Isacco Levi
La Città di Busca parteciperà ufficialmente con il gonfalone e una rappresentanza dell’amministrazione domani alle 14.30 al cimitero ebraico di Saluzzo alle esequie del cittadino onorario Isacco Levi, scomparso la notte scorsa nella casa di riposo di Moretta  all’età di 95 anni. Era sfuggito alla deportazione che ha portato allo sterminio di 13 suoi famigliari. Vedovo di Clemenza Galletto, lascia le figlie Amelia e Pia.

Nel cimitero israelitico di Saluzzo sono presenti a ricordo della famiglia Levi 13 Stelle di David.

Sfuggito alla cattura, dopo l’8 settembre, si unì ai partigiani e fu comandante della Squadra volante della 181° brigata Garibaldi Mario Morbiducci, attiva in valle Varaita.

Nel 2005, insieme ad Alessio Ghisolfi, è stato autore del libro «I Levi di via Spielberg», in cui ha raccontato i fatti vissuti dalla sua famiglia. La prefazione del volume è del giudice Giancarlo Caselli. Fu ricevuto dai Presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2005 e da Giorgio Napolitano nel 2009. 

Il 25 aprile  2014 il sindaco di Busca Luca Gosso gli  consegnò la cittadinanza onoraria di Busca (e del Comune di Costigliole Saluzzo) “in segno di stima e apprezzamento e in quanto testimone e protagonista della lotta di Resistenza a Busca e nel Saluzzese”.

Comandante partigiano
Levi fu comandante di distaccamento e di battaglione partigiano nella squadra volante della 181ª Brigata Mario Morbiducci, XI Divisione Saluzzo. Nell'inverno
1944 trascorse alcuni mesi in una grotta nel comune di Rossana insieme con i suoi compagni e trovò rifugio e fu aiutato anche da  alcune famiglie  di Busca, sino al 27 aprile 1945, quando Cuneo e Saluzzo vennero liberate. Tutta la sua famiglia in quanto ebrea fu deportata ad Auschwitz, da dove non tornò nessuno. La mamma Pia Clelia, il fratello Lelio, la sorella Amelia che aveva solo 17 anni, la zia Beniamina, lo zio Aldo, che camminava a fatica sulle stampelle, la nonna materna Anna Segre, il nonno paterno Felice, il prozio Marco (che prima della dittatura era stato uno degli organizzatori della sezione locale del Partito Socialista), la prozia Gemma Colombo, le cugine Annetta, balia e cucitrice, Regina ed Eleonora, che in famiglia chiamavano Norina, il cugino Elia Levi (militare della Guardia di Finanza a Torino fino al 1938).
 
Il dovere di raccontare
Isacco raccontava spesso che sua nonna, Anna Segre, si trovò per qualche giorno a dividere la cella alle Carceri Nuove di Torino con la scrittrice Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana in valle Varaita. Fu lei ad informare Anna Segre che Isacco era vivo, in Valle Varaita. A quella notizia il viso della nonna si illuminò e disse “par boneur ca iè salvase cheidün ca peul cuntè”, per fortuna che si è salvato qualcuno che potrà raccontare. E durate tutta la sua vita ha condotto l’opera di divulgazione della memoria e del dramma del nazismo con interventi nelle scuole e nella società.
 
 

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Ultimo aggiornamento: 09/09/2019 16:44