Domani al Civico 'Il Diritto e il Rovescio' di tre... Pulcinelli

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Per la Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte, una creazione originale  del teatro popolare di tradizione meridionale: l’epico, il tragico, il patetico

Data:

21 Febbraio 2019

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Una scena dallo spettacolo
Una scena dallo spettacolo
Domani alle ore 21 al Teatro Civico, in  occasione della Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte (che si celebra il 25 febbario),  il cartellone “In riva ai monti – tre teatri una grande stagione” di Santibriganti Teatro, ospita una vivace diatriba di maschere, all’insegna della comicità del sud d’Italia.

Tre maschere, tre Pulcinelli: Cocò-Cocotta la femmina giovane, Zezè-Zezza la femmina vecchia, la madre, Cetrù-Cetrullo il maschio, il figlio. Il motore della drammaturgia è il rapporto atavico dell’uomo con la femmina: Cocotta e Zezza sono l’unicum del Cetrullo.

“Il Dritto e il Rovescio” è una creazione originale su un immaginario del teatro popolare di tradizione del sud Italia: l’epico, il tragico, il patetico ridicoloso, la farsa (e la farsaccia) sono tra gli ingredienti del grande comico del meridione. Il "nostro" è un Pulcinella spurio, la gergalità è bastarda, reinventata; la retorica comica è arguta, nobile e al tempo stesso sfacciata, a tratti triviale.

Il linguaggio si fissa in un pulcinellismo, citato e spesso trasfigurato; un Pulcinella rivisitato, fuori dallo stereotipo folkloristico, sofisticato con particolare riguardo alla drammaturgia, ma sempre fedele al suo destino di buffone, burattino e burattinaio di se stesso, e alla natura popolare della maschera che lo rende spassoso a una pluralità di pubblici.
 
Una quarta maschera popola infine lo scenario de Il Dritto e il Rovescio: il Cedrone, O’ Iallo Cedrone, l’animale totemico, il feticcio del gallo che è tradizionalmente sacro in Italia e in molte culture europee ed extra europee. Forse il doppio di Pulcinella, la divinità assente, con il quale il Cetrullo intreccia dialoghi stralunati,intermezzi di commedia, ragionamenti sulla vita, l’amore e la morte che costituiscono la linea narrativa e la prospettiva drammaturgica dello spettacolo.
 
L’ombra del Pulcinella di Acerra – personaggio che non ha mai abbandonato le scene alla sua comparsa nel XVI secolo – i lazzi, gli spropositi e i segni della maschera immortale dell’Arte ci accompagnano.

Il Dritto e il Rovescio è un titolo tratto dall’opera omonima del pittore contemporaneo Gabriele Lamberti che ci ha concesso di utilizzarlo unitamente all’immagine del dipinto.
 
Un Pulcinella, scarno, stilizzato è rappresentato in coppia con un gatto (animale magico-diabolico nelle credenze popolari) e gli stessi sono rovesciati nel doppio delle loro figure che si fanno spettri in un effetto speculare tra il sopra e il sotto, “il dritto e il rovescio”, appunto. Nel titolo inoltre, si suggerisce la maglia, l’ordito, il Canovaccio, che è la tessitura della Commedia.

Nella buona pratica della Commedia dell’Arte non si rinuncia ai lazzi, ai trucchi comici,all’istrionismo delle maschere e alle improvvisazioni, a quel divenire in cui lo spettacolo si inventa di recita in recita.

“Il dritto e il rovescio – una tragedia dell’Arte per tre Pulcinelli”
spettacolo di  Mauro Piombo
con Arianna Abbruzzese, Marta Ziolla, Mauro Piombo
messa in scena Mauro Piombo    
assistente Carlotta Pansa
maschere Franco Leita    
costumi Eva Maria Cischino       
elementi scenografici Folco Soffietti – Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
Santibriganti Teatro

Immagini

Ultimo aggiornamento: 21/02/2019 11:42