Descrizione

Il percorso

Il percorso,  per chi vuole vistare la città da un punto di vista artistico, incomincia dal poggio di San Martino, al quale si giunge, arrivando da Saluzzo lungo la strada regionale dei Laghi di Avigliana, con una deviazione a destra.
Scendendo dal poggio in direzione della città e percorrendo un tratto di strada comunale che passa davanti alla cappella di San Quintino e sotto il castello del Roccolo, si giunge alla porta Santa Maria che immette nel centro storico.
Si scende poi in Borgo Biandone e, attraversando l’antico ponte sul Maira, si arriva alla cappella di San Sebastiano, ultima tappa.

Approfondimenti su San Martino

San Martino

La chiesa romanica si trova sul cucuzzolo di un poggio soleggiato.
Costruita prima del Mille, possiede una delle facciate più antiche della provincia di Cuneo, giunta ai nostri giorni nelle sue linee originali.
Eretta con masselli squadrati di pietra verde-grigia, conserva materiali romani di recupero.
Il portale a tre ghiere e la sovrastante bifora richiamano forme bizantineggianti carolinge.

L’interno è stato rifatto, nell’absidiola sinistra restano tracce di dipinti di tipo bizantino e in quella centrale resti di affreschi, purtroppo ridipinti, probabile opera dei fratelli Matteo e Tommaso Biazaci, di Busca, del ‘400.
La chiesa fu sopraelevata nel ‘700.

Tommaso e Matteo Biazaci
Le opere del Biazaci

Gli affreschi dei fratelli Biazaci: 

http://www.museodiffusocuneese.it/siti/dettaglio/article/busca-gli-affreschi-dei-fratelli-biazaci/

 

San Quintino

Si scende da San Martino lungo la panoramica strada che costeggia a valle la collina e si giunge alla piccola e graziosa cappella di San Quintino, costruita sull’antica, primitiva chiesa paleocristiana di Santa Maria di Attissano.
L’attuale costruzione risale al 1701. Dalle linee eleganti, presenta un interno luminoso animato da cornici e stucchi: un “gioiellino” di arte campestre.

Il castello del Roccolo

Volgendo le spalle alla cappella di San Quintino e guardando la collina, abbiamo di fronte il castello del Roccolo immerso nel verde del suo parco. Il sito venne abitato, secondo gli studiosi, già in epoca preistorica.
Il castello deve il suo nome ai “roccoli”, reti qui usate per l’uccellagione.
Fu costruito verso il 1831 dal marchese Roberto d’Azeglio, in stile neo-gotico, come palazzo di villeggiatura. Vi sostarono la Regina Margherita e Silvio Pellico, dopo la sua prigionia in Austria.
Famose le acque sorgive che alimentano le fontane del parco.

Cappella di Madonna del Campanile

Da San Quintino si arriva, attraverso via Pes di Villamarina (il nome dell’ultimo marchese del Roccolo), in corso Giolitti. Voltando a destra in via Mazzini, si giunge al sito, a mezza collina, della chiesa di Madonna del Campanile.
L’attuale costruzione fu rifatta nel ‘700 nel sito di quella antichissima, paleocristiana, eretta sul fondo romano di Bebennius. All’esterno è ancora visibile traccia dell’antico muro perimetrale su cui è affrescato un trittico con la Deposizione e Santi, che rivela lo stile e l’espressività dei fratelli Biazaci di Busca.

Villa Elisa

Tornado verso il centro storico, al termine del viale Strasburgo, si incontra l’ingresso ottocentesco della Villa Elisa, nota anche come Villa Bafile.
L’edificio fu costruito nel 1807 sul luogo dove, dal 1490, sorgeva il convento francescano di Santa Maria degli Angeli. Aveva un ampio chiostro e una vasta chiesa affrescata, poi rifatta nel 1712 da F. Gallo con stucchi del Beltramelli.
In seguito alla dominazione francese, con la confisca dei beni religiosi, nel 1801 il convento di Busca divenne proprietà del conte Carlo Casotti di Cuneo. La chiesa fu abbattuta per far posto al cortile e il campanile fu trasformato in torre gentilizia, secondo il gusto romantico d’inizio ‘900.
 


Il Castellaccio e Santo Stefano

Da piazza F.lli Mariano si imbocca la strada che porta all’Eremo. A 500 metri si incontra il parco “Ernesto Francotto”. E’ una località ricca di storia e di suggestione, collocata su un poggio che domina la piana ai piedi della valle Maira.
Qui sorse in epoca romana una torre e un “castrum” che a metà del XII secolo, ampliato, divenne dimora dei marchesi del Vasto (poi Lancia, dal soprannome di Manfredo). Di quel castello “superiore” sono rimasti soltanto alcuni ruderi, noti con il nome di Castellaccio.

Del complesso fa parte la cappella di Santo Stefano, sorta alle origini del cristianesimo locale tra i sec. VI e X per la comunità formatasi attorno al castello. Era la parrocchia più importante del tempo. Venne più volte ristrutturata e sopraelevata nel ‘700.
Dell’antico edifico resta la splendida abside affrescata dai fratelli Biazaci di Busca.

Sul “mur de chevet” è dipinta l’annunciazione e il Cristo in avello, tra Maria e Giovanni piangenti. Nel catino absidale appare la raffigurazione del tema della catechesi primitiva, il tetramorfo di Ezechiele con il “Cristo Pantocrator” nella mandorla iridata e i simboli degli evangelisti. Divisa in quatto scene, è narrata la storia del protomartire di Santo Stefano, tratta dagli Atti degli Apostoli della Legenda Aurea.
L’opera di restauro, promossa dal Comune nel 1998, ha restituito l’originario splendore al ciclo.

Eremo di Belmonte

Si trova sulla collina di Busca ed è noto dall’antichità con il nome di “Belmonte”.
Nel ‘200 era sede della certosa femminile di Santa Maria di Belmonte. Nel 1400 passò alle domenicane. Nel 1614 divenne sede dei Camaldolesi di San Romualdo, centro devozionale e richiamo di pellegrinaggi.

Cappella di San Brizio

Si trova sul tratto che costeggia il Talutto verso la colletta di Rossana, in località Morra San Giovanni.
Fu costruita in epoca altomedioevale dai monaci di Villar San Costanzo.
L’interno è interamente affrescato da un pittore sconosciuto di influenza francese.
A fianco dell’antica chiesa medievale i frati eressero la nuova chiesa barocca, decorata con dipinti del Dalamano e stucchi del Beltramelli; ha subito gravissimi danni dai bombardamenti dell’ultima guerra.
Nell’800 il complesso fu acquistato da nobili locali, adibito a villa signorile e arricchito da affreschi a soggetto mitologico del Gonin.
Attualmente ospita gruppi di giovani del comune di Carmagnola per la villeggiatura estiva.


AVANTI

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